Il 3 marzo 1918 venne firmato il Trattato di Brest-Litovsk tra gli Imperi centrali – Germania e Austria – e la Russia, che definì i termini per l’uscita della Russia dalla Prima guerra mondiale.
Dopo 3 anni di guerra, nel 1917 la Russia era stata sconvolta da ben due rivoluzioni, la prima in febbraio e soprattutto la Rivoluzione comunista in ottobre. Uno dei punti di programma dei bolscevichi era proprio l’uscita immediata del Paese dalla Prima guerra mondiale, e quindi la Russia di Lenin chiese una tregua agli Imperi centrali per poter trattare la pace.
Le trattative, però, affidate a Trockij, si rivelarono più difficoltose del previsto per la Russia, soprattutto perché Germania e Austria non avevano alcuna intenzione di considerare la Russia come un interlocutore di pari grado, anzi chiesero delle condizioni di pace molto pesanti.
Trockij e i russi tentarono di guadagnare tempo, ma le truppe tedesche, nonostante la tregua, ripresero la loro avanzata arrivando ad appena 100 chilometri da Pietroburgo. L’avanzata tedesca, unita a una situazione interna poco stabile per i bolscevichi, che stavano facendo fatica ad affermarsi nel Paese, portarono la Russia ad accettare le pesanti condizioni imposte dalla Germania e dall’Austria.
Il 3 marzo 1918 il russo Sokol’nikov firmò il trattato di pace a Brest-Litovsk, accettando le pesanti condizioni imposte dalla Germania. La Russia, con il Trattato di Brest-Litovsk, perse due milioni e mezzo di chilometri quadrati di territorio e 62 milioni di abitanti. Tra i territori persi dalla Russia, e divenuti indipendenti o finiti sotto il controllo più o meno esplicito della Germania c’erano la Finlandia, Estonia, Lettonia e Lituania, la Galizia, la Bessarabia, l’Ucraina compresa tutta la Crimea. Inoltre, la Russia si impegnava a fornire alla Germania anche il petrolio, derrate alimentari, artiglieria pesante e munizioni.
L’uscita dalla guerra della Russia e la chiusura del fronte orientale per gli Imperi centrali, fece sperare alla possibilità per loro di chiudere con una vittoria la Prima guerra mondiale. L’alleggerimento sul fronte russo, ad esempio, era stato uno dei fattori che aveva consentito all’Austria di sfondare sul fronte italiano a Caporetto tra l’ottobre e il novembre del 1917.
In realtà, però, la defezione della Russia fu compensata, per i Paesi dell’Intesa, dall’entrata in guerra degli Stati Uniti, che con le loro enormi risorse economiche soprattutto, e militari, sostennero gli Alleati, contribuendo alla loro vittoria. Gli Imperi centrali, invece, a fine 1918 collassarono su loro stessi: l’impero austriaco degli Asburgo si disintegrò in una costellazione di Stati, mentre la Germania, economicamente stremata dallo sforzo bellico, divenne una fragile repubblica.
Riferimenti bibliografici
O. Janz, 1914-1918: La Grande Guerra, Einaudi, Torino 2014.
G. Sabatucci, V. Vidotto, Storia contemporanea. Il Novecento, Laterza, Roma-Bari 2008.
Immagine: Firma dell’armistizio tra gli Imperi centrali e la Russia, (le miroir numéro 217 , page 6, 20 gennaio 1918/Wikimedia Commons, pubblico dominio, link: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a4/217_6_la_siganture_de_Brest-litovsk.jpg?uselang=it)
Tutti i link sono stati consultati il 26/02/2023