“Milano insorge contro i nazifascisti. L’ultimatum del Comitato di Liberazione Nazionale agli oppressori: «Arrendersi o perire!»”.
Così il “Nuovo Corriere” (nel suo primo numero del suo primo anno, a simboleggiare la rinascita del giornale insieme a quella dell’Italia) intitolava la sua prima pagina il 26 aprile 1945, il giorno dopo la definitiva cacciata dei nazifascisti dal nord Italia, per commentare l’ordine di insurrezione generale che il Cnl aveva lanciato il 25 aprile.
Dopo 5 anni di guerra e soprattutto dopo quasi 2 anni di guerra civile, che aveva visto un’Italia divisa in due, con al sud il governo legittimo (prima di Badoglio, poi di Bonomi) e gli Alleati, e a nord gli occupanti nazifascisti e lo stato fantoccio della Repubblica Sociale Italiana guidata da Mussolini, grazie anche alle azioni partigiane e alla Resistenza, l’Italia tornava alla pace e si mise definitivamente la parola fine sul regime fascista.
Poco più di un anno dopo, fu il popolo italiano a scegliere, il 2 giugno 1946, l’ordinamento istituzionale dello Stato, scegliendo la Repubblica sulla monarchia.
Fonti:
V. Sabatucci, V. Vidotto, Storia contemporanea: Il Novecento, Laterza, Bari-Roma 2008
Foto: partigiani a Milano (Wikimedia commons, pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/wiki/File:01_partigiani_a_milano1.jpg?uselang=it