Una breve introduzione
Nella serata di ieri si è aperta ufficialmente a Roma l’undicesima edizione dell’IRISH FILM FESTA, evento prodotto dall’associazione culturale Archimedia che dal 2007 promuove la cinematografia irlandese e nord-irlandese nel nostro Paese.
Il festival, che da undici anni si tiene nella Casa Del Cinema a Villa Borghese (Largo Marcello Mastroianni 1), non si è limitato, ieri come oggi, ad essere soltanto un’occasione per avvicinare il pubblico romano ed italiano all’Irlanda (Éire ed Irlanda del Nord), alla sua cultura e alla sua lunga storia ricca di tradizione (e purtroppo anche di drammatici conflitti) : nel tempo è infatti divenuto anche un vero e proprio punto di riferimento per tutta l’industria cinematografica dell’Isola di Smeraldo nei confronti del Bel Paese con un interesse sentito da Nord a Sud, da Dublino fino a Belfast, il festival è seguito e riportato dalle riviste di settore.
I risultati finora raggiunti sono frutto di un grande lavoro di squadra, tra volontari e membri dello staff organizzativo, diretti dalla creatrice del Festival, la critica ed esperta di cinema irlandese Susanna Pellis che negli anni ha coinvolto personalità disparate del mondo del cinema e della cultura (italiane ed irlandesi) per la continua crescita di questo evento.
Patrocinato dall’Ambasciata d’Irlanda in Italia e forte della collaborazione dell’Irish Film Institute e dell’Irish Film Board (oltre agli enti per il turismo ed il Culture Ireland) , l’IRISH FILM FESTA ha modo di presentare al proprio pubblico alcuni grandi classici della cinematografia irlandese oltre alle pellicole provenienti dai maggiori festival cinematografici d’Irlanda, come il Galway Film Fleadh, in lingua inglese o gaelica sottotitolati in italiano.
Contemporaneamente, il festival si lega ad un concorso indetto per i migliori cortometraggi d’Irlanda diviso per le categorie Live Action ed Animazione.
I cortometraggi in particolar modo sono una peculiarità dell’IRISH FILM FESTA e al contempo una scelta cinematografica molto seguita in Irlanda : una scelta che in questa edizione del festival sarà anche oggetto di una conferenza (“Making Shorts”) nella quale avranno modo di incontrarsi registi, direttori ed esperti ma anche giovani talenti.
Un’edizione “All Ireland”
La peculiarità del cortometraggio ivi menzionata riporta alla cronaca della giornata inaugurale dell’IRISH FILM FESTA 11.
A fare gli onori di casa, la Direttrice Artistica del Festival Susanna Pellis che ha accolto addetti stampa e spettatori nella Sala Deluxe della Casa del Cinema, assieme a S.E. l’Ambasciatore d’Irlanda presso Italia e San Marino Colm O’ Floinn il quale ha portato i saluti e gli omaggi dell’Ambasciata d’Irlanda ai presenti (qui il link delle riprese).
L’Ambasciatore ha voluto “elogiare la crescita esponenziale che l’IRISH FILM FESTA ha avuto negli anni tramutandosi da quella che nacque come una semplice idea ad un evento consolidato dalla grande attrattiva per l’industria cinematografica irlandese e per la comunità irlandese romana e gli amanti “ in un evento che “non tratta semplicemente di cinema e non celebra soltanto la cinematografia irlandese, ma che rappresenta l’Irlanda in tutte le sue forme”.
Ha voluto inoltre ringraziare la dottoressa Pellis “per il magnifico lavoro svolto con impegno e passione, qualità che hanno contribuito a rendere questa rassegna un evento di successo” e la squadra dietro all’organizzazione dell’evento “senza cui l’evento non sarebbe stato possibile”.
Ufficializzata l’apertura della rassegna, è stato presentato il programma dell’undicesima edizione dell’IRISH FILM FESTA. Un’edizione che, ieri come nei giorni antecedenti, è stata definita con profondo orgoglio come un’edizione “all Ireland” : importante è infatti la presenza di pellicole, tra lungometraggi e cortometraggi, di produzione nord-irlandese (ben sette) , a dimostrazione di come l’Irlanda del Nord abbia voluto volgere la propria attenzione a Roma e a questo evento. Di qui la scelta grafica di una locandina che rappresentasse l’isola senza confini tra le due nazioni (a destra).
Una scelta volta a dare un forte messaggio di rinnovata unità nell’Arte (in un periodo in cui anche la politica pare volgere a quello che fino a pochi decenni fa sarebbe stata definita una delirante utopia).
Ricca l’offerta della rassegna, prolungata di un giorno per presentare una maggiore varietà di percorsi stilistici ed artistici, tra tributi a figure iconiche del cinema irlandese quali Gabriel Byrne (verrà omaggiato con un classico ed un docu-film che lo vede protagonista nel ripercorrere la vita di George Bernard Shaw), prime visioni, conferenze ed un nuovo spazio dedicato alla letteratura irlandese con #IFFbooks (che esordirà con un incontro con lo scrittore Paul Lynch).
Un’offerta entrata subito nel vivo con le prime due pellicole della rassegna.
Le pellicole della serata – The Date e Handsome Devil
The Date è un cortometraggio della durata di 16 minuti circa diretto da Selina Cartmell, direttrice artistica del Gate Theatre di Dublino.
Vincitore del Best Short Drama Award al Galway Film Fleadh dello scorso anno, racconta la storia dell’incontro tra Sinead (Charlene McKenna) e Brian (Rory Fleck-Byrne) in un lounge bar.
Un drink nel loro bar preferito a ricordare i tempi in cui erano innamorati, in un locale quasi deserto e pieno di ricordi altalenanti tra la gioia, la spensieratezza, la rabbia e la malinconia, una profonda malinconia introiettata nell’animo di Sinead.
Un evento inaspettato (una canzone dei loro ricordi suonata dalla band del locale) pare riavvicinare i due ex-innamorati in un ultimo ballo, tra le luci della strobosfera, ma si scopre che in realtà Sinead stava ballando da sola.
Un finale che probabilmente descrive scenari tragici (la sua assenza/scomparsa o forse la morte) e che quindi dona un esito drammatico e toccante allo stesso tempo per il pubblico presente in sala, che ha apprezzato molto la pellicola.
Totalmente diversa nella durata, la narrativa e le tematiche affrontate la pellicola Handsome Devil (2016) del regista dublinese John Butler (già passato per le file dell’IRISH FILM FESTA nel 2014 con il film The Stag).
Il film di Butler è una dramma dove il rugby, sport nazionale in Irlanda che scalza senza problemi il football semiprofessionistico locale (gli sport gaelici sono più sentiti al confronto) fa da cornice a racconti e messaggi molto più sentiti da parte del regista.
Il sedicenne Ned Rourke (Fionn O’Shea) è un ragazzo incompreso tanto dalla sua famiglia evanescente (a seguito della morte della madre) che dai suoi compagni di classe che lo insultano e vessano per via della propria maturazione interiore e della propria ambiguità sessuale.
E’ una voce fuori dal coro che vive come una vera e propria prigionia il dover frequentare il Wood Hill College, scuola altolocata in cui il rugby è una religione (e lui ne è poco interessato).
L’entrata nella vita di Ned di Conor Masters, giovane talento del rugby interpretato da Nicolas Galitzine , e del nuovo professore d’inglese Dan Sherry (Andrew Scott, famoso ai più per la serie tv Sherlock ma anche per Spectre, Victor Frankenstein e Denial, alla seconda collaborazione con Butler) cambiano, dopo un’iniziale diffidenza, la permanenza di Ned nella scuola. Ned vede in Conor il suo primo amico che non lo discrimina o insulta per la sua spiccata sensibilità, come vede nel professore Dan una persona che vuole spronarlo “a rivelare sè stesso, se ne ha il coraggio”.
Allo stesso tempo si contrappongono l’ambizioso allenatore della squadra di rugby della scuola Pascal O’Keefe (Moe Dunford) ed il preside Walter Curly (Matthew McElhatton, famoso per Game Of Thrones) il quale fa ben poco per comprendere le problematiche di studenti come Ned e Conor.
Il successivo svolgersi degli eventi, legato anche al campionato scolastico di rugby che vede la Wood Hill alla ricerca del titolo, mette a durissima prova l’amicizia tra i due giovani studenti al punto di creare fratture apparentemente insanabili e scatenare scandali che solo all’ultimo verranno risolti, in una partita di rugby.
Handsome Devil è stato omaggiato di grandi applausi al termine della proiezione per la sua capacità di trattare il tema dell’omofobia in modo delicato e leggero (ma non troppo) , inserendo elementi di comicità ed ilarità all’interno di un racconto che si scopre essere anche molto ispirato alla vita del regista stesso (gay e in gioventù giocatore di rugby).
Presentare la questione dell’omosessualità all’interno di un gioco molto duro e “maschio” quale è il rugby dove il coming out è visto con molta diffidenza e quasi come un tabù (un esempio : Gareth Thomas, grande giocatore della nazionale gallese, dichiarò di essere omosessuale solo al termine della propria carriera) è un compito arduo che il regista ha trattato in un modo molto interessante.
Alcune scene sono degne di menzione (la partita di rugby finale con il crescendo combinato dello stadio di casa in estasi per i loro beniamini e del brano “Go or Go Ahead” di Rufus Wainwright – ottima anche la colonna sonora – è raccontata con lo scopo di colpire emotivamente il pubblico) e rendono pertanto questa pellicola, alla prima visione in Italia, un film decisamente ben riuscito.
Un primo assaggio di questo IRISH FILM FESTA al quale, senza dubbio alcuno, non potranno che seguire altre giornate ricche di eventi.
Guglielmo Vinci per www.policlic.it