Possiamo dirlo, con un profondo senso di felicità: “Finalmente la FESTA torna alla propria Casa!”
Dopo le problematiche legate agli ultimi due anni e mezzo, in cui l’IRISH FILM FESTA ha sperimentato – con successo! – nuove formule per reinventarsi con il proprio pubblico di riferimento, passo dopo passo si sta ritornando alla normalità.
Il “primo atto” dell’edizione 2022 della FESTA (21 e 22 maggio 2022) ha visto difatti il ritorno delle proiezioni “in presenza” alla Casa del Cinema di Villa Borghese (Roma), con un programma ben assortito seppure nella sua breve durata.
Assieme ai migliori lungometraggi “all-Ireland”, torna anche il concorso dei cortometraggi (si tratta di venti lavori suddivisi in tre categorie).
La competizione non è fruibile solo nelle due sale della Casa del Cinema, ma mantiene altresì la formula “digitale” sperimentata nelle precedenti due edizioni della FESTA: tutti i lavori, infatti, sono visibili gratuitamente anche sulla piattaforma dell’IFI International fino a mercoledì 25 maggio, giorno in cui verranno proclamati i vincitori dei premi in palio, incluso il riconoscimento decretato dal pubblico. In questa prima giornata è stato possibile seguire la proiezione di due pellicole uscite nel 2020: parliamo del film di animazione Wolfwalkers di Tomm Moore e Ross Stewart e del dramma poliziesco Broken Law di Paddy Slattery.
Wolfwalkers, ovvero l’ennesima certezza di successo firmata Cartoon Saloon
È necessaria una piccola premessa, rafforzata dagli anni trascorsi a seguire questo splendido evento: ciò che lega l’IRISH FILM FESTA di Roma alla Cartoon Saloon di Kilkenny va ben al di là di un semplice legame o di una proficua collaborazione. In qualità di appassionato frequentatore dell’IRISH FILM FESTA, ho constatato che il solo modo per descrivere il connubio tra le due realtà sia il termine “successo”.
Un successo assicurato e garantito non solo negli anni (la rassegna italiana ha ospitato quasi tutte le opere della Cartoon Saloon, tra le quali spiccano il capolavoro The Breadwinner e il corto Late Afternoon) ma anche in occasione di questa “prémiere nazionale” di Wolfwalkers, citando le parole della fondatrice dell’IRISH FILM FESTA, Susanna Pellis, riguardo l’ultima fatica del regista nonché cofondatore di Cartoon Saloon Tomm Moore e del collega Ross Stewart.
Wolfwalkers, presentato al pubblico italiano dopo gli anni critici della pandemia e delle restrizioni per il settore cinematografico, ha ottenuto numerosi riconoscimenti e premi a livello internazionale e, come altre opere dello studio di Kilkenny, ha ottenuto la candidatura ai premi Oscar 2021 per il miglior film d’animazione, sfidando i colossi multimilionari del settore con un’opera costata dieci milioni di euro.
La pellicola di Moore e Stewart rappresenta un modo creativo ma profondo con cui raccontare un importante passaggio della travagliata storia dell’Irlanda: la dominazione dell’Inghilterra della Gloriosa Rivoluzione cromwelliana.
Ambientata nella Kilkenny avvolta dalla coltre puritana del diciassettesimo secolo, la storia del film è incentrata sul “quadretto familiare” dei Goodfellowe: Robyn (interpretata dall’attrice inglese Honor Kneafsey) è una giovane ragazza inglese che cerca di emulare le gesta del padre Bill (Sean Bean).
Il padre di Robyn, unico modello di riferimento per la ragazza orfana di madre, è un cacciatore al servizio del Lord Protettore d’Irlanda, Oliver Cromwell (Simon McBurney), che domina nel Paese e nella cittadina mentre quest’ultima si ritrova a fronteggiare la presenza di un minaccioso branco di lupi che mette a repentaglio l’incolumità degli abitanti.
Accompagnata dall’aquila Merlyn, Robyn incontra alcune problematiche legate alla sua permanenza in un dominio in terra straniera (i popolani irlandesi sono piegati ma non vinti dal giogo inglese) prima che, in un attacco del branco di lupi (in cui colpisce involontariamente il proprio volatile), la giovane si ritrova ad avere a che fare – per la prima volta – con un giovane esemplare di lupo dal manto ramato e dagli occhi verdi.
Decisa a seguire i lupi contro il volere del padre per salvare il proprio animale (rinvenuto, in seguito, vivo e vegeto), Robyn si addentra nella foresta armata di una piccola balestra ma cade in una delle trappole per lupi posizionate anzitempo dal padre cacciatore. Una circostanza, questa, che porterà all’incontro con il giovane esemplare di lupo sopracitato.
In un primo momento, si assiste ad una sorta di “gioco” da parte dell’animale nei confronti della ragazza impaurita, la quale lo colpisce ripetutamente fino a quando quest’ultimo non la morde sul braccio.
Un momento determinante per il prosieguo della storia: di lì a poco, difatti, Robyn scopre l’identità dell’animale, che si rivela essere una giovane “mutaforma”: la Wolfwalker Mebh Og MacTire (interpretata da Eva Whittaker).
Mebh, sebbene animata da una iniziale diffidenza nei confronti dell’ospite indesiderata, spiega con toni burberi come lei viva con fattezze umane di giorno e con quelle animali di notte, che abbia doti curative (quelle con cui ha guarito l’aquila di Robyn ) e di come le abbia salvato la vita dall’attacco dei lupi.
Di rientro alla cittadella fortificata, Robyn inizia ad avere delle strane visioni notturne fatte di colori, tracce e segnali, in seguito ai quali si risveglia… con le fattezze di una lupa.
Da qui in poi, il racconto della storia capovolge la sua prospettiva portando lo spettatore a osservare e seguire la stessa attraverso il punto di vista degli animali, in un susseguirsi incalzante di eventi in cui storia (con “sottile” venatura politica), mitologia celtica e simbolismo si combinano e uniscono nel creare un tripudio finale di emozioni e sensazioni che sciolgono il cuore.
Il lavoro dei due registi irlandesi è un gioiello la cui la bellezza avvolge e al contempo travolge lo spettatore.
Come è accaduto nelle precedenti produzioni firmate Cartoon Saloon, lo studio cinematografico irlandese dimostra ancora una volta le ragioni del proprio successo, che si fondano su una grande cura per l’estetica da intendersi non in un’accezione astratta ma squisitamente concreta.
Nel film non si riscontrano scelte sbagliate: la combinazione delle animazioni disegnate a mano (un dettaglio che va evidenziato più e più volte, in un’era oramai orientata al digitale e alla computer grafica) con alcuni elementi di grafica tridimensionale produce un risultato di pregevolissimo valore, in cui lo sguardo dello spettatore si perde immerso nella bellezza dei paesaggi naturali con le loro forme e colori (anche nella componente simbolica degli stessi, come per esempio nelle iscrizioni runiche delle grotte), a cui fa da contraltare la rigidità e l’austerità della cittadella fortificata, la staticità delle truppe del Lord Protettore e della servitù del castello (gli indumenti tipici dei costumi puritani all’insegna della semplicità portata al suo estremo).
La scelta stilistica dei disegni e delle animazioni rappresenta un’ulteriore nota di merito per il film: durante la proiezione ho notato in più occasioni come le sequenze e i fondali prendessero spunto tanto dall’arte d’epoca medievale (tra mosaici e vetrate decorate) quanto alla sua reinterpretazione in chiave contemporanea in opere videoludiche come, per esempio, la saga di Dragon Age.
La sceneggiatura e il racconto narrativo sembrerebbero essere temi adatti a una pellicola d’animazione per bambini, ma – come nel caso di The Breadwinner – chiunque affermasse ciò dimostrerebbe solo un’analisi superficiale: l’opera, infatti, rappresenta un modo creativo e profondo per trattare un capitolo della storia dell’Irlanda, ma non si limita unicamente a questo e porta allo spettatore anche la questione della difesa dell’ambiente e della Natura, oltre a porre in evidenza – come esplicitato in maniera netta da Susanna Pellis nel suo intervento introduttivo – anche la prospettiva degli animali (il regista Tomm Moore è un animalista convinto).
Una pellicola assolutamente consigliata, Wolfwalkers è disponibile anche on demand sul catalogo di AppleTV+ (la compagnia di Cupertino ne ha acquisito i diritti nel dicembre 2020).
Un dramma poliziesco… ma non solo: Broken Law convince il pubblico
La seconda pellicola proiettata durante la prima giornata dell’IRISH FILM FESTA 2022 è Broken Law, opera diretta dal regista Paddy Slattery (noto al pubblico della FESTA per il suo cortometraggio A Break in the Clouds presentato nel 2018).
In sala era presente, in rappresentanza del regista, l’attore irlandese Tristan Heanue, figura già nota al pubblico dell’IRISH FILM FESTA per i suoi lavori in qualità sia di attore che di regista: prima della proiezione, in un momento di confronto tra l’attore, Susanna Pellis e il pubblico presente, Heanue ha introdotto alla visione della pellicola di Slattery e ha ricevuto, per mano della Pellis, il premio per il “Miglior Cortometraggio Live Action” ottenuto nell’edizione dell’IRISH FILM FESTA “In Short” del 2020 per il suo corto Ciúnas/Silence (in fondo, NdA).
Il film di Slattery combina elementi legati al genere thriller in un melodramma familiare a tinte poliziesche, che racconta la storia dei due fratelli Connolly.
Da una parte Joseph “Joey” Connolly (interpretato da Graham Earley), un ex galeotto tossicodipendente dai trascorsi e dalle compagnie torbide; dall’altra David Connolly (Tristan Heanue), un integerrimo agente della Garda Siochana (la polizia irlandese) che svolge il proprio dovere nel ricordo del padre, caduto in un’operazione di polizia. In poche parole, gli opposti delle barricate. È questo che appare allo spettatore, perlomeno in una prima fase della pellicola, in cui si evidenziano i caratteri totalmente differenti dei due personaggi, nella loro forza (David) quanto nella loro debolezza (Joey): serve infatti un tentato colpo in un centro per il credito, organizzato da Joey assieme a dei complici decisamente poco raccomandabili (John Connors e Ryan Lyndon), a capovolgere la percezione del rapporto tra i due fratelli.
È David che riesce a sventare l’operazione criminale, salvo poi scoprire il ruolo del fratello e arrivare al punto di cercare di proteggerlo – seppur temporaneamente – anche sul posto di lavoro.
L’evento del mancato colpo apre una breccia sentimentale nella vita di David, che conosce e frequenta Amia (Gemma Leah-Deveraux), la cassiera a cui ha salvato la vita con il proprio intervento repentino, ma dà anche il via a una serie di circostanze sfortunate che portano lo spettatore ad assistere a un crescendo di tensione adrenalinica (anche la colonna sonora, a nette sfumature punk rock, contribuisce al risultato finale) nel quale emergeranno alcuni tasselli di rilevanza fondamentale per la stabilità dell’intera famiglia Connolly.
Un film gradevole che in quasi un’ora e mezza intrattiene piacevolmente lo spettatore mantenendo viva l’attenzione nel corso di tutto lo svolgimento della storia, mostrando anche la sottotrama della complicata relazione tra i due fratelli sotto molteplici punti di vista (anche lo stesso profilo psicologico dei due personaggi), oltre a quella dell’intera famiglia (importante, per lo sviluppo della storia, anche il ruolo della madre Irene, interpretata da Ally Ni Chaharain). Il regista porta avanti un lavoro di buona fattura in cui non si cade nel banale e nel ripetitivo e che prende in esame vari aspetti dei personaggi all’interno della storia principale. Il film ha ottenuto l’apprezzamento del pubblico dell’IRISH FILM FESTA presente in sala, che ha avuto modo di tributargli dei meritati applausi.
Guglielmo Vinci per www.policlic.it