La stessa terra di Enrico Berlinguer, Francesco Cossiga e Antonio Segni vede i natali di Guido Melis, il protagonista di questa intervista. Classe 1949, si laurea in giurisprudenza presso l’Università di Sassari diventando, dal 1989 al 1991, direttore del Dipartimento di Storia in quell’ateneo e presidente del corso di laurea in Scienze politiche. Non ha mai abbandonato l’attività di ricerca e molti dei suoi lavori sono il risultato delle indagini sull’amministrazione pubblica e sulle istituzioni nelle varie fasi della storia italiana. Dal lavoro indefesso sulle fonti archivistiche derivano, tra gli altri, Storia dell’amministrazione italiana. 1861-1993 (Bologna, Il Mulino, 1996), con cui vince il Premio Acqui Storia e il Premio Sissco, e La Burocrazia (Bologna, Il Mulino, 1998).
L’intervista analizza le tematiche trattate dal professore soprattutto nei volumi La macchina imperfetta. Immagine e realtà dello Stato fascista (Bologna, Il Mulino, 2018) e Il potere opaco. I gabinetti ministeriali nella storia d’Italia (Bologna, Il Mulino 2020). Quest’ultimo, curato da Guido Melis e Giovanna Tosatti, scaturisce dalla ricerca IRPA e ICAR portata avanti insieme ad Alessandro Natalini sui gabinetti ministeriali 1861-2018.