Policlic n. 19

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In questo numero, Policlic affronta un tema chiave delle scienze politiche, quello della guerra. Pur attualissimo, questo tema affonda, infatti, le proprie radici in secoli di storia del pensiero politico, storiografico e filosofico.

Anche a causa di tale ricchezza intellettuale e umana, abbiamo deciso di affrontare questo tema attraverso un’ottica particolare: quella della guerra come crocevia. Crocevia, la guerra, perché snodo di passaggio storico nei destini di interi paesi – o a volte di intere civiltà –, ma anche delle storie individuali degli uomini e donne che l’attraversano. Crocevia, inoltre, perché nel solco del suo straordinario e drammatico incedere trovano un luogo privilegiato di osservazione una miriade di campi di ricerca. “War is hell”, si potrebbe dire, ma in tale inferno troviamo enormi spunti di riflessione, di orrore ma anche di speranza.

Per rendere il giusto merito a tale ottica, il numero si aprirà con un editoriale dedicato proprio al crocevia della guerra, rilevato nel Prof. Louis Monroy Santander (Pontificia Universidad Javeriana) nel suo rapporto con le questioni di genere.

Un’approfondita intervista con il Prof. Christopher Finlay (University of Durham) ci porterà nell’ambito dell’etica dei conflitti. Introducendo questo affascinantissimo campo di analisi, tratteremo dei tremendi dilemmi morali cui si sottopone la guerra, della difficoltà – ma anche dell’importanza – di orientarci tra le molteplici istanze che drammaticamente ci chiamano e ci ricordano della complessità del mondo in cui viviamo.

Dal punto di vista storico, ci focalizzeremo poi su alcuni eventi che hanno cambiato la storia: in primis, la guerra in Etiopia (raccontata da Emanuele Del Ferraro), vero e proprio punto di svolta nella politica estera e militare fascista; in secundis, la scoperta e lo sviluppo del fuoco greco, arma micidiale dell’Impero bizantino. Ce ne parla Beatrice Boaretto. Infine, sonderemo i rapporti tra guerra e arte, in una pregevole analisi dell’espressionismo tedesco a cura di Federico Del Ferraro.

Dal punto di vista politico, ripenseremo, con Francesca Cerocchi, la guerra in Yemen. Ne individueremo le radici storiche e sociali, ma anche il significato dal punto di vista regionale e globale.

La riflessione sulla guerra è chiusa da Carmen Niola, che ci conduce attraverso la storia della profonda riflessione femminile sulla guerra, attraverso la voce di autrici generalmente note, ma anche di altre meno conosciute dal pubblico.

Infine, un saggio extra di Fabio Brinchi Giusti ci racconta l’isola dell’Asinara, vero luogo di conflitti e istanze opposte, luogo di assoluta libertà e della più severa prigionia.

Di seguito, gli abstract degli elaborati presenti in questo numero.

Buona lettura!

IN QUESTO NUMERO:

 

L’INVENZIONE DEL “FUOCO GRECO”
Storia dell’arma che rese invincibile l’Impero bizantino
di Beatrice Boaretto

L’invenzione del “fuoco greco” fu una vera e propria ancora di salvezza per l’Impero bizanti- no che, dal VII secolo d.C., vedeva l’avvicinarsi della minaccia araba. La prodigiosa arma, ca- pace di continuare a bruciare persino sulla superficie del mare, fu decisiva in numerose guerre.
I Bizantini però non riuscirono a mantenere segreta la composizione della miscela incendiaria, il cui dispositivo di sparo potrebbe essere definito come un precursore del lanciafiamme. Messo al bando nel Concilio Lateranense II, il “fuoco greco” svolse il suo servizio in guerra fino al XV secolo d.C., e la sua formula rimane persa per sempre.

UN CINEMA DI MOSTRI E ORRORI
L’espressionismo cinematografico in Germania tra le due guerre
di Federico Del Ferraro

Nel 1918 la Germania usciva sconfitta dalla Prima Guerra Mondiale. L’umiliazione, i danni economici e il peso delle riparazioni gravavano sul popolo tedesco creando un clima di ansia, disperazione e fatalismo. Questi sentimenti diedero vita all’espressionismo tedesco, corrente cinematografica che diede voce a tali sensazioni e anticipò la voglia di rivalsa della Germania, l’onda lunga della quale si tradurrà nell’ascesa del nazismo di Adolf Hitler.Nell’articolo, dopo una breve introduzione storica, si tratteranno i caratteri fondamentali dell’espressionismo e di alcuni film cardine di questo movimento come Il gabinetto del dottor Caligari, Lo studente di Praga e Nosferatu.

LE CICATRICI DELL’ASINARA
Cosa resta di un simbolo del Novecento italiano?
di Fabio Brinchi Giusti

Isola lontana dal turismo di massa, l’Asinara si offre al visitatore senza nascondere la complessità della sua storia. E in mezzo alla natura incontaminata, spuntano le tracce e i resti di un passato difficile e controverso.

LA SVOLTA IMPERIALE
La politica estera fascista prima e dopo la guerra di Etiopia
di Emanuele Del Ferraro

La politica estera dell’Italia fascista si può dividere in due fasi: in una prima fase, Mussolini si adeguò al cli- ma di distensione presente in Europa a seguito della Prima guerra mondiale, e difese l’equilibrio di Versail- les. Ciò durò per tutti gli anni Venti e nella prima metà degli anni Trenta. In una seconda fase, a partire dalla metà degli anni Trenta, Mussolini si avvicinò sempre di più alla Germania di Hitler, e avrebbe trascinato l’I- talia nella Seconda guerra mondiale. In mezzo, come punto di svolta di questo processo, la guerra di Etiopia.

LA GUERRA CIVILE IN YEMEN
Attori, cause e dinamiche dello sconosciuto conflitto che ha portato alla peggior crisi umanitaria odierna
di Francesca Cerocchi

Lo Yemen è un paese di recente formazione, uno tra i molteplici Stati che racchiudono culture, interessi, po- teri locali differenti. Gli attriti tra di essi hanno portato all’esplosione di una violenta guerra civile, causando una crisi umanitaria su vasta scala. Nell’articolo verranno presentati i principali attori del conflitto, spie- gandone dinamiche e strategie, sfatando il mito di una guerra puramente religiosa o causata dagli interessi di Iran e Arabia Saudita. L’obiettivo è quello di comprendere uno scenario di cui non si parla a sufficienza.

L’ETICA DELLA GUERRA
Intervista al Prof. Christopher Finlay
di Francesco Finucci

Christopher Finlay, professore di teoria politica e vicedirettore della School of Government and In- ternational Affairs presso l’Università di Durham (GB) si occupa da molti anni dell’etica dei conflit- ti, in particolare della Just War Theory (JWT), la scuola che si occupa di definire i limiti etici nella con- duzione della guerra. In questa intervista, trattiamo l’importanza di questo approccio alla guerra.

L’IRONICO FEMMINILE E LA GUERRA COME CUPIO DISSOLVI DEL SISTEMA PATRIARCALE.

Una visuale femminile della narrazione bellica ufficiale tra saggistica e romanzo
di Carmen Niola

Il controllo del corpo femminile e il suo assoggettamento culturale si acuiscono nello sconvolgi- mento degli equilibri di una nazione tra la vita e la morte, ma l’esperienza femminile della guer- ra sembra mutare sensibilmente anche quando è inquadrata all’interno della potenza colonizzatrice. Il corpo biologico e il sentire di una donna sembrano corrispondere a un utile – fornire figli alla nazio- ne – oppure a un mezzo di sopravvivenza nei paesi colpiti – la prostituzione, il matrimonio infantile. Il presente saggio offre una breve disamina della visuale femminile della guerra dal Settecento a oggi, il “controcanto ironico” della narrazione bellica ufficiale, nei Paesi esteri e in Italia, tra saggistica e romanzo.

Policlic n. 22

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