Nel presente articolo verrà illustrata la complicata vicenda di Tap con i suoi controversi modi di agire a scapito di territorio e popolazione.
Di seguito riportiamo, in maniera inedita e per quanto possibile cronologica, alcune fotografie scattate direttamente sul campo da Policlic.
- Febbraio 2014: La Nautical Tide, una delle navi incaricate dalla società Tap di eseguire sondaggi e carotaggi nelle acque di San Foca (marina di Melendugno, Le), vìola l’ordinanza della Capitaneria di porto che vieta di operare a meno di 400 metri dal litorale.
- Aprile 2014: arriva la piattaforma “Skate III” per condurre l’ultima fase dei sondaggi geotecnici in mare a 200 metri dalla costa, interferendo con la quotidiana attività di pesca, subacquea e non.
- Marzo 2017: Tap cantierizza il primo uliveto e dà il via ai lavori. Al di fuori di esso la popolazione, salentina e non, dà il via al lungo periodo di dissenso pacifico con manifestazioni spontanee, informazione capillare sull’opera e momenti di lotta repressi dall’intervento, molto spesso violento, di un ingente (ed esagerato) dispiegamento di forze dell’ordine schierate contro la cittadinanza e a favore di una società privata.
- Ancora un momento di lotta pacifica con un’attiva partecipazione da parte di cittadini di molteplici fasce di età, provenienti da un background sociale (e politico) differente, ma tutti uniti da un condiviso attaccamento alla propria terra e al proprio futuro.
- Sullo sfondo di questa foto si può notare cosa è rimasto di un immenso uliveto: un “povero” ulivo incappucciato che “guarda” un suo simile, più fortunato di lui, rimasto al di là della recinzione.
- Luglio 2017: Nel bel mezzo della stagione balneare (nonostante la presenza di uno stop estivo dei lavori), un’imbarcazione di Tap esegue delle ulteriori prospezioni in mare facendo infuriare la protesta di operatori turistici, negozianti e bagnanti.
- Novembre 2017: viene indetta una “zona rossa” che va ben oltre i confini del cantiere, inaccessibile a chiunque, persino alle istituzioni locali e ai proprietari terrieri, che per accedervi devono richiedere un “difficile” permesso in Questura. Questa zona, come dimostra la foto, è recintata con pesanti barriere jersey e filo spinato.
- Un ingrandimento del filo spinato, esagerato metodo per “tenere alla larga” i pacifici oppositori dell’opera.
- In questo scatto si intende mettere in evidenza come, per erigere la recinzione, sia stato abbattuto uno dei tanti muretti a secco che la società ha “inconsciamente” e ripetutamente rovinato. I muretti a secco sono da secoli un’importantissima caratteristica e risorsa culturale, artistica e paesaggistica del Salento, candidati a diventare patrimonio dell’UNESCO. Vederli distrutti da una multinazionale, in modo irrispettoso e superficiale, ha senza dubbio ferito e adirato gli animi di tutta la comunità.
- Un altro muretto distrutto.
- In questo caso il muretto è diviso in due dalla recinzione sulla sinistra, mentre sulla destra vi è stata costruita sopra una strada
- Il cantiere originario, presente nelle prime immagini del foto-racconto, riversa ora in queste condizioni di disagio: una trivella è stata adoperata, nelle scorse settimane, al fine di scavare 70 “buchi” necessari alla realizzazione del pozzo di spinta del gasdotto.
- Accanto all’ormai “veterano” cantiere si erige una nuova “zona di lavoro” di Tap, dove ci si prepara all’estrazione di ulteriori ulivi. Osservandola, la mente non può non ritornare indietro di qualche mese quando, ancora “impreparati”, assistevamo increduli all’eradicazione dei primi 200 ulivi.
- Gennaio 2018: foto sul campo letteralmente improvvisata dal nostro reporter quando, in maniera rapida e ancora una volta pacifica, gli attivisti NoTap hanno bloccato due betoniere dirette al cantiere. Tutto questo sempre sotto gli occhi di numerosi agenti delle forze dell’ordine pronti a smorzare la protesta. La foto è stata scattata di sera perché Tap continua a lavorare di notte nonostante non le sia permesso farlo.
- Amico fidato della lotta NoTap è senza dubbio il presidio San Basilio “la Peppina”. Istituito fin dai primi giorni di dissenso è sempre stato un importantissimo luogo di incontro, di informazione, di controllo e in generale di riferimento per ogni attivista NoTap
- Concludiamo il foto-racconto mostrandovi un mare che dovrà condividere la sua straordinaria bellezza con quello che è stato definito un “semplice e piccolo tubo di gas”.
Francesco Longo, Gabriele Calò (fotoreporter), Daniele Candido e Luca Abatianni per Policlic.it