La gioventù italiana attende il 17 Marzo di ogni anno per festeggiare una ricorrenza che ha origini lontane. NO, non mi riferisco alla festa dell’Unità D’Italia, ma, alla più celebre e “alcolica” festa di San Patrizio.
Partendo da questo grave ma divertente problema tutto italiano, ho intenzione di rendere omaggio a quella che è stata una delle pagine più belle della storia ottocentesca europea, ovvero quella dell’epopea risorgimentale italiana. Paradossalmente, questo è stato l’unico momento storico in cui l’Italia ha attirato su di se, nonostante non poteva ancora definirsi “una e indivisibile”, le attenzioni dei grandi del mondo.
Il nostro Risorgimento ci offre milioni di avvenimenti, che spaziano dalle gesta erotiche della contessa di Castiglione, alla presenza di una donna camuffata da uomo sull’imbarcazione che condusse i mille di Garibaldi in Sicilia; dall’attentato di matrice anarchica all’imperatore Napoleone lll, al doloso naufragio del piroscafo Ercole (in cui erano presenti i resoconti dell’attività economica garibaldina nel regno delle due Sicilie); ancora, dalla tresca amorosa tra il Re Vittorio Emanuele II con la bela Rusin, all’intransigenza sentimentale e politica del Conte di Cavour; dall’atteggiamento eroico di Garibaldi al propagandismo politico mazziniano. Potrei riempire pagine e pagine di storie, storielle e “storiacce” consumatesi durante questo fantastico periodo, ma così facendo vi eviterei la magia di interpretarle e viverle individualmente.
Ai fini del nostro breve racconto, però, sono costretto a rovinarvi il finale. Il 17 marzo del 1861, Vittorio Emanuele II viene, “per grazia di Dio e volontà della Nazione” nominato primo Re D’Italia. Questa è una data fondamentale e importantissima per il nostro Stato, in quanto ha permesso con tutti gli alti e bassi succedutisi nel tempo, la trasformazione del regno d’Italia in una Repubblica che, per quanto male gestita, continua a garantire qualche diritto fondamentale.
Ora, se abbiamo deciso che nel giorno di San Patrizio (in ossequio a quella che è la tradizione irlandese) bisogna inondare il proprio organismo di alcol, ricordiamoci di bere UNA BIRRA IN PIU’, proprio in nome di quell’unità che ci ha resi oggi cittadini di quel fantastico e maledetto posto che è l’Italia.